Editoriale di Fabio Tolomelli      
Tutta la vita è un mistero: da dove veniamo, dove stiamo andando e come finiremo. Ma sviluppiamo il discorso un po’ alla volta. Dal vocabolario traiamo questa lunga definizione: “Quanto rimane escluso dalle normali possibilità intuitive o conoscitive dell’intelletto umano o ne preclude un orientamento ragionevole, provocando una reazione di incertezza non necessariamente ansiosa né penosa, talvolta non priva di fascino”. E gli esempi sono questi: i misteri della natura; il cuore della donna è un mistero; penetrare nei misteri degli abissi marini; “come fanno a permettersi quel tenore di vita? È un mistero!”... Purtroppo, o per fortuna, non riusciamo a decodificare, decifrare e comprendere la realtà in tutta la sua interezza. Ho detto purtroppo perché una piena conoscenza su certi aspetti della vita reale farebbe bene al singolo e alla comunità. Per esempio le malattie psichiatriche restano per numerosi aspetti ancora un mistero, non sono ancora del tutto conosciute nelle loro cause e manifestazioni, e ciò comporta difficoltà nell’inventare farmaci idonei e terapie alternative che siano efficaci per una cura completa della persona. Se da una parte ci sono misteri che sarebbe importante risolvere, ce ne sono altri che a mio parere è meglio che rimangano insoluti. Mi riferisco, per esempio, all’amore, all’amicizia, allo sport… Perché sono quelle variabili un po’ pazzerelle che rendono varia, imprevedibile e talvolta appassionante e ricca la vita. Se fosse tutto noto e prevedibile ci sarebbe una monotonia assoluta. Pensate a un rapporto amoroso o amicale senza mai una scossa, al lavoro che si ripete costantemente per otto ore al giorno sempre uguale… La vita sarebbe così piatta e noiosa da divenire penosa. In definitiva priva di significato. Ci sono indispensabili quelle scintille di vita che possono innescare in amore rapporti passionali, nell’amicizie novità simpatiche e imprevedibili, nel lavoro stimoli in cui la creatività e l’intelligenza permettono di trovare nuove strade utili a sé e alla collettività.
Il mistero più grande resta quello della vita. Da quando l’uomo ha lasciato tracce scritte della sua esistenza spossiamo dire che si è posto, in un modo o nell’altro, le stesse grandi domande. La prima risposta è stata l’idea di una forza superiore, magari identificabile con la natura, nelle sue varie e grandiose manifestazioni, da cui l’idea del divino. Poi le religioni si sono strutturate dando fisionomie ben precise alle più svariate divinità, fino all’idea del Dio unico, creatore e motore di tutte le cose, nelle grandi religioni monoteiste. Ma l’uomo è inquieto e fatica ad accontentarsi di credere. Già nel VI secolo a.C. i primi filosofi greci hanno cercato di dare una spiegazione che non sia quella divina all’origine e causa di tutte le cose. Da allora a oggi filosofia e scienza hanno fatto enormi scoperte, ma nessuna di queste è riuscita ad arrivare a una spiegazione definitiva. E a parere non solo mio, ma di fior di pensatori, con la sola ragione mai ci arriverà… Propongo ai lettori di leggere il Faro per vedere se riusciamo a mettere luce non tanto sull’inconoscibile, ma almeno su che cosa vuol dire la parola ‘mistero’.