In memoria di Ave
Il 14 agosto 2014 ci ha lasciato inaspettatamente, a soli cinquantun
anni, la nostra Ave Manservisi, raffinata pittrice e poetessa,
redattrice storica e segretaria del Faro insieme al marito Antonio
Marco Serra, a cui ci stringiamo forte.
I nostri lettori ricorderanno certamente le intense poesie di Ave e i suoi brevi scritti, così originali e illuminanti.
Ancora scossi, ma fieri e grati di averla avuta con noi, la ricordiamo con tutto il nostro affetto.
Purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscerti al di fuori della redazione del Faro.
La sensazione che mi hai trasmesso è quella di un vino straordinario.
Non tutti apprezzano questa bevanda, ma chi la conosce capisce quanto
può dare.
Quando ti aprivi spesso lo facevi col botto, senza mancare mai di
rispetto a nessuno. Ma anzi come un bicchiere di buon vino rallegravi
la compagnia. Schietta, di poche parole, con i tuoi occhi chiari,
trasparenti e sinceri come un buon chiaro, perlato e frizzante, vedevi
con straordinaria trasparenza la realtà. Ci mancheranno i tuoi scritti
ma soprattutto la tua compagnia.
Fabio
Oggi preferisco non venire.
Mi fumerò una sigaretta nel buio della mia camera pensando a Te. Ma non
sarà un buio nero. Ci sarà la Tua luce, la Tua presenza. Mi torneranno
in mente quelle che abbiamo fumato insieme davanti alla Sede del
C.U.F.O. Mi parlavi dei Faraoni Egiziani, e la Tua dolcezza mi faceva
tremare il cuore. La Bibbia parla degli Egiziani come un popolo
maledetto. Tu, Ave, avevi compassione e dolcezza anche per loro. Spero
che da lassù proteggerai tutti i nostri sogni, tutti i nostri articoli.
Le Note di Notte da ora innanzi avranno anche la Tua energia. Come Un
Sogno in Fondo ad Un Pianto, i nostri pensieri avranno la forma del Tuo
sorriso, staremo vicini ad Antonio, gli sorrideremo, come facevi sempre
Tu, sicuri che, come Aquila nella pioggia, Lo proteggerai con il tuo
spirito. Ciao Ave!
Giovanni
“Ma che nome è, Ave!? È un saluto, non è un nome ave, Caesar! ” dicevi, con un’espressione fra il disgustato e l’ironico. Eludevi, forse a bella posta, il riferimento più ovvio, “Ave Maria”…
Un nome così simbolico ti avrà creato forse qualche imbarazzo, chissà.
Non è facile identificarsi con una preghiera, essere una testimonianza
di fede sempre e comunque, in ogni frangente della vita. E che vita, la
tua! Travagliata e sofferta come poche, eppure vissuta intensamente,
con coraggio, dignità, amore. E fede, appunto. Non posso più
chiedertelo, come tante altre cose che mi incuriosivano di te, ma che
aspettavo sgorgassero spontaneamente, in una di quelle tue uscite
sorprendenti con cui lasciavi intravedere, per un attimo, formidabili
profondità. Avvicinarsi a te era emozionante, perché si avvertiva nella
tua persona così fuori dal comune qualcosa che mi vien da definire
‘grandezza’. Una grande donna, davvero.
Ave, amica Ave, ti sia lieve la terra, e il cielo ti ricompensi.
Lucia
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