Questo numero


In questo momento ecologia è la parola più citata dalla cosiddetta società civile: i danni prodotti nel tempo dall’uomo sono evidenti e in giro serpeggia una certa apprensione. Che fare per salvare il pianeta Terra, per salvarci? Anche "Il Faro", nel suo piccolo e attraverso i vostri interventi, ha cercato di dare un contributo alla discussionein atto.


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Il disagio mentale adesso è una canzone d'amore


Simone Cristicchi con la sua "Ti regalerò una rosa" ha vinto la 57ma edizione del Festival di Sanremo. Non è la classica canzone sanremese: il testo parla infatti di un malato di mente e del suo amore, scritto in forma di lettera. “Non è la prima volta - ha detto Cristicchi - che mi dedico al tema del disagio psichico (non per niente da sempre opera come volontario nei centri di igiene mentale). Il manicomio è lo strumento per interpretare quello che succede oggi: viviamo in un periodo in cui le personalità vengono soppresse e in cui c'è appiattimento”. Il tema del disagio mentale ha ispirato a Cristicchi anche un libro e un dvd. “Ho trovato delle lettere del 1901, scritte da degenti del manicomio di Volterra, che non sono mai state spedite perché il regolamento lo impediva. Questo fatto mi ha spinto a realizzare un viaggio fra i manicomi italiani, che racconto in questo dvd. E poi, 35 di queste lettere le ho pubblicate anche nel libro 'Centro di igiene mentale' (Mondadori). Ho voluto in un certo qual modo rendere giustizia a queste persone che volevano comunicare con il mondo e non hanno potuto farlo"


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San Francesco, il primo ambientalista


Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iomo, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dai sustentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor'Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate Focu,
per lo quale ennllumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.


Nel celebre “Cantico delle creature” Francesco inizia con il rivolgere la sua lode agli astri -sole, luna, stelle- dei quali sottolinea la bellezza e l’utilità; ne esalta la luminosità e lo splendore con un elenco di aggettivi che mettono in evidenza ogni aspetto positivo delle creature (così il sole viene definito "bellu et radiante", la luna e le stelle "clarite et preziose et belle").
Passa quindi ai quattro elementi: aria, acqua, fuoco e terra. Il vento e ogni variazione del tempo vengono lodati perché danno sostentamento alle creature di Dio; non vengono collegati a tempeste o eventi distruttivi, ma se ne evidenziano solo gli aspetti benefici, necessari per la vita. Allo stesso modo si parla dell’acqua, "utile" e ''pretiosa" ma anche simbolo di purificazione (rinvia infatti ai sacramenti del battesimo e della penitenza), e del fuoco, che riscalda e allieta e, al pari dell'acqua è simbolo di Dio (suggerendo un riferimento alla discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli). La terra, ultima tra i quattro elementi che vengono lodati, viene definita "madre".
Benché San Francesco fosse nato in un periodo storico caratterizzato dall’espansione della città urbana, dallo sviluppo dei commerci e delle città, nel Cantico non viene lodato nulla che sia frutto del lavoro, dell'intelligenza e dell’impegno dell'uomo. Il motivo di questa tipo di mancanza deriva dalla volontà di lodare il mondo naturale in quanto immagine della somma Bellezza e della somma Bontà (cioé di Dio); in questa prospettiva quindi il mondo artificiale, "creato" dall’uomo, non ha nessun valore, perde quindi importanza e passa in secondo piano.


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Dizionario: Sapete che cosa vuol dire "ecologia"?


L'ecologia (dal greco oikos che significa casa o ambiente e logos, cioé studio) è la disciplina che studia la biosfera, ossia la porzione della Terra in cui è presente la vita e le cui caratteristiche sono determinate dall'interazione degli organismi tra loro e con i fattori abiotici.
Il termine fu coniato dal biologo tedesco Ernst Haeckel nel 1866.


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Aforismi


1. La fine del mondo é vicina, Non si vede, solo per via dell’inquinamento atmosferico
2. Il diametro del buco dell’ozono é inversamente proporzionale a quello del cranio dell’uomo
3. La desertificazione della terra giova agli allevatori. Di cammelli
4. L’abbattimento degli alberi é utile per la produzione dei fiammiferi. Che servono a incendiare i boschi
5. La storia della civiltà é suddivisa in ere. Quella attuale é la Ciminiera
6. Un giorno andremo su Marte. Più che un sogno è una minaccia: per i marziani
7. Un giorno i marziani sbarcheranno sulla Terra. Faranno il pieno e scapperanno subito via
8. Da lontano la Terra appare meravigliosa. Da vicino puzza
9. I pianeti sono tutti abitati ma si guardano bene dal farcelo sapere


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Dedicato alla terra


Maledetti coloro che hanno minacciato
di spegnere il tuo verde e azzurro,
i tuoi monti coronati di neve,
il mare di boschi e fili d’erba,
i fiori di mille colori, i sogni e l'amore:
onda alata che solca i selvaggi lidi
per far conoscere il tuo trionfo


Giovanni Gruppioni


Tutto il mondo muterà


In questa valle dove non c’è tranquillità,
in questo mare che pur inquinato è già,
in questo fiume che acque chiare più non ha,
in questi monti dove lo smog arriverà...
In questo mondo, io e te,
mangeremo ciò che l’uomo seminerà:
odio, violenza ed empietà.
Ma io, lo stesso, amerò te,
come tu amerai me
e da questo amore un fiore nascerà,
ma in cosa spererà in cosa spererà?
Nell’amore che è costretto a cambiare viso,
prostituirsi a questo o a quello là:
ma un Salvatore c’è già,
un giorno nella sua gloria arriverà
e allora tutto il mondo muterà:
l’amore traboccherà,
il rumore delle acque si sentirà,
in una gran tranquillità...
Quando il nuovo mondo tornerà,
un amore puro nascerà e le sue storie lascerà.
Quando l’amore tornerà...
Quando l’amore tornerà...


Roberto Fabbri


Esperienze: attività in discarica


Mi chiamo Cristina Cavicchi e lavoro in una discarica a Calderino nel bolognese. Il mio lavoro è molto semplice e molto utile alla società. La discarica che chiamiamo anche isola ecologica è suddivisa in vari containers in cui vengono smistati i vari materiali. I materiali che accettiamo sono carta e cartone, pneumatici, lavatrici, forni, oggetti metallici in genere, legno, ingombranti misti, frigo, vetro e molti altri. Solamente i privati cittadini di Monte S. Pietro possono scaricare. Il nostro compito è anche quello di controllare mediante un documento (carta d’identità o patente) se il cittadino è di Monte S. Pietro, dopo di che annotiamo su un unico apposito quaderno il nome del cittadino e che materiale ha scaricato. Questo lavoro mi piace perchè contribuisce a mantenere pulito l’ambiente nel nostro pianeta


Cavina Cristicchi


Il peggiore degli incubi


Era una mattinata di sole di fine gennaio, il termometro segnava trenta gradi nel porto di Montecarlo dove Piergiorgio aveva ormeggiato il panfilo. Si era svegliato alle 11.30 dopo aver fatto le ore piccole al casinò dove aveva perso duecentomila euro. Cosa che non sfiorava minimamente l’immenso patrimonio personale. Era piuttosto irritato dal mal di testa conseguente allo champagne e alle sostanze proibite che aveva assunto per essere più prestante e potente con alcune entreneuses. Sul ponte i camerieri avevano imbandito il tavolo con cibi prelibati: fece colazione. In una zona riparata dal sole con una tenda di colore bianca si trovava un computer collegato con le maggiori borse del mondo, un telefono, diversi giornali e un televisore con satellitare. Come d’accordo con i capitani di due carrette del mare di cui era armatore, seppe dalla televisione dell’affondamento di queste ultime in zone diverse del Mediterraneo, con enormi danni per la flora e la fauna. “Benissimo”, disse ad alta voce. Era sicuro che il suo potere gli avrebbe permesso di farla franca con l’aiuto di abilissimi e cinici avvocati. L’accaduto gli fece ritrovare il buon umore, ormai consapevole che le compagnie assicuratrici avrebbero saldato un enorme somma di danaro. Brindò con i presenti poi si recò presso l’aeroporto dove prese il jet personale alle 14.00. Si alimentò durante il volo a base di pesce, verdura e frutta per evitare di apparire appesantito alla assemblea che si sarebbe tenuta a Milano presso la sua villa. All'ordine del giorno c’erano speculazioni nel continente africano, traffico d’armi, nuovi pozzi petroliferi e finanziamenti per alcune guerre sparse nel mondo, la deforestazione in America latina e l’andamento delle varie aziende quotate in borsa. Dove era possibile arricchirsi, lo faceva con avidità, senza nessuno scrupolo, né senso di colpa.
A Milano non esisteva più la nebbia, ma un sole che scaldava a venticinque gradi centigradi sotto le conseguenze venefiche dell’effetto serra. I metereologi da anni avvertivano che i cambiamenti ambientali mettevano a rischio l’intero pianeta. Venezia era una città a metà. Era sommersa da quasi due metri d’acqua a causa dallo scioglimento degli eterni ghiacciai e dei poli. E situazione analoga si era creata in tutte le città costiere dell’intero pianeta.
Anche l’economia era cambiata; ma paradossalmente l’intera popolazione mondiale nonostante le devastazioni ambientali non aveva smesso di godere della tecnologia e della voglia di potere. I provvedimenti per curare la terra martoriata dall’inquinamento erano sempre più dichiarazione d’intenti. Anzi, con gli occhi bendati dal buon senso, la “civiltà” di fronte ad una realtà ambientale ormai cancellata c’era ancora chi si arricchiva aumentando il costo dei cibi, della benzina e dei condizionatori ormai indispensabili per far fronte ai cinquanta gradi all’ombra di agosto.
I poveri ormai l’ottantacinque percento della popolazione era tenuto a bada da un regime militare che impediva ogni tipo di rivolta. Un restante quindici per cento era formato da ricchi proprietari terrieri e manager di multinazionali. Una società sempre più simile a quella feudale.
Erano 16.30 quando Piergiorgio si era congedato dalla riunione. I forti guadagni lo misero in pace col mondo. Ma non il mondo con lui. Quando si recò in giardino per salutare i cani successe un cosa a cui non aveva mai dato importanza. All’imprvviso luce buio si alternarono. La forza di gravità venuta meno faceva volare la rols rois, il gazebo con le sedie e i tavoli, l’elicottero roteava come una libellula impazzita. L’acqua della piscina era diventata una massa informe che si propagava nello spazio. I cani come presi in un tornado guaivano terrorizzati, ma non si sentivano i loro versi, le onde sonore nel vuoto non si trasmettevano più.
Poi tutto sempre più buio e il cielo, così si chiamava, si riempiva sempre più di cose e persone come nell’inferno dantesco.
La terra era ormai per sempre uscita dalla sua orbita.
Capì che era la fine di tutto. Non c’era più niente da fare, nessun soldo poteva più riparare.
Nei pochi secondi di lucidità che gli rimanevano che lui nella vita aveva sempre giocato con cose e persone. Tuttavia una ragazza gli tornò alla mente, la sola che avesse mai amato e che aveva perso perché voleva comprarla.
Era al liceo, lei bellissima, lunghi capelli castani, viso che esprimeva grande dolcezza e corpo dalle curve mozzafiato. Il tutto tenuto nascosto da un abbigliamento modesto come lo erano le sue origini. Ciò che colpiva più di lei era la personalità magnetica e i principi di una sinistra religiosa. Forse insieme a lei la vita e il mondo sarebbero stati una vita vera, vissuta, e non un gioco. Pensò con l’ultimo respiro strozzato in gola.
Uaah” urlò Piergiorgio sollevando il capo dal cuscino in un letto madido di sudore. Era solo un incubo nel sonno del “povero” Piergiorgio.
Stiamo attenti però che ci sono tutte le premesse che questo fenomeno si può materializzare.


Fabio Tolomelli


Visioni - Il verme e la lattuga


L'altra sera, mentre mi apprestavo a cenare, un verme bianco si è avvicinato al mio piatto, forse mi voleva salutare e chiedere quale era la strada per il ritorno. Allora io l'ho preso sul polso della mia mano e accompagnato e lasciato su una foglia di lattuga. Si è girato e mi ha detto grazie. Poi si è messo a brucare tranquillamente la sua foglia di lattuga. E' nata così una simpatica e cordiale amicizia che dura tuttora.


Luciano


Ambiente: tante chiacchiere e poca credibilità


Sono due termini che seppure già conosciuti come significato da parecchio tempo, entreranno sempre di più nel nostro modo di sentire e parlare quotidiano. Non sono più ristretti ad una cerchia di addetti ai lavori o appassionati delle questioni legate alla vita, a romantici scienziati affascinati da quell’ambiente bucolico nel quale l’uomo entra quasi in punta di piedi per non turbare l’equilibrio della natura.
Se fino a qualche anno fa il termine cambiamento climatico poteva essere interpretato da molto persone come un qualcosa legato al fine settimana o al periodo di ferie, inteso nel senso di cambiare aria, passare dalla città alla montagna o al mare, adesso ha un significato ben differente. Il clima sta effettivamente cambiando e non solo nel ricordo delle persone con un po’ di annetti sulle spalle come lo scrivente. Adesso, e questo è il fatto notevole che dà appunto non solo l’impressione ma la certezza che la cosa sia diventata essenziale, ne parlano anche le nazioni tra loro, i grandi sistemi economici come il G7, le riunioni periodiche che si tengono a Davos in Svizzera e le grandi compagnie industriali stesse.
Le attività umane legate allo sviluppo industriale che partendo di massima dall’inizio del 1800 hanno portato a quello che noi tutti definiamo la civiltà, stanno cambiando il mondo. Non è più solo una questione di sparizione di specie animali o vegetali che in senso molto egoistico potrebbero non interessarci in quanto non toccano il nostro quotidiano. Mi ricordo di aver letto una volta di una discussione molto aspra, se si riteneva giusto, per preservare l’habitat di una specie endemica di chiocciole di quella vallata, costruire uno sbarramento con una diga per ricavare energia idroelettrica. Certamente uno potrà anche dire, ma voi quando siete a casa la sera accendete la luce, il televisore o quant’altro vi sentite responsabili del fatto che quella chiocciolina non c’è più?.
Cosa potrebbe succedere adesso quando tutte le proiezioni sull’innalzamento del livello dei mari danno che in capo alla fine di questo secolo alcuni Stati, tipo le Maldive, potrebbero finire sotto il livello delle acque?
Riteniamo che gli abitanti delle Maldive siano come le chioccioline di quella vallata? Dopotutto noi la luce ce la abbiamo sempre, abitiamo in montagna e quindi non ci interessa se il mare si alza anche di mezzo metro.
Penso che un’altra parola assumer. un significato molto più preciso e fondamentale nelle discussioni sul cosa fare, credibilità. Non certamente legata al concetto di dire la verità o le bugie come di primo acchito si può pensare, ma come azione concertata che le nazioni a sviluppo più avanzato debbono proporre prima a se stesse e poi a quei paesi che ora in via di sviluppo sono destinati a diventare le nuove potenze economiche.
Mi viene alla mente la situazione nella quale il giovane rampante occidentale alla guida di un bellissimo, pesantissimo e voracissimo fuori strada chiede al povero contadino indiano, cinese o africano di limitare il suo consumo di legna per scaldare in cucina in quanto questo causa la distruzione delle foreste aumentando nello stesso tempo l’accumulo dell’anidride carbonica in atmosfera. Dobbiamo fare tutti un bell’esame di coscienza per capire cosa effettivamente è una necessità e cosa è uno spreco che possiamo senza grossi problemi ridurre senza al contempo ridurre la qualità della nostra vita.
Solo così, mostrando agli altri paesi quello che intendiamo fare, ed al contempo fornire tutti gli strumenti e le tecnologie più appropriate per aiutarli diventiamo credibili.


Ing. Stefano Solmi


La Terra è stanca degli abusi dell'uomo


La terra è stanca -secondo me- delle prepotenze e degli abusi dell'uomo che con il suo progresso la sta rovinando. "Progresso", parola che avrebbe senso se non ci fosse invece il "regresso" dovuto al crescente degrado ambientale, all'effetto serra, al disboscamento, alla desertificazione, al buco nell'ozono e a tutta quella grigio-nebbiosa-sporca aria irrespirabile che c'è adesso, in città. Inoltre, fra poco, non sapremo più dove smaltire i rifiuti, da dove ricavare energia, e intanto il numero degli abitanti dei pianeta continua a salire vertiginosamente. Che fare? Ridurre le automobili, i consumi, il consumismo. Avere meno concimi chimici e ridurre le biotecnologie. Essere, insomma, più vicini alla natura.


Ave


Buoni consigli per salvare il pianeta senza essere Superman


Il titolo di un libro che vi consigliamo e che ci è piaciuto è: “SALVARE IL MONDO SENZA ESSERE SUPERMAN”. L’autore si chiama Rizzo.
Sempre in tema di utili consigli per la vita quotidiana possiamo fare tutti qualcosa per proteggere il nostro pianeta: azioni “buone” che ci fanno risparmiare energia e denaro.Qui sotto, eccone qualcuna:

     1- Usiamo lampade fluorescenti a risparmio energetico; consumano meno rispetto a quelle ad incandescenza; comunque spegnere sempre le luci superflue.
     2 - Individuiamo sia a casa sia al lavoro televisori o altri apparecchi tenuti inutilmente in stand by e spegniamoli del tutto quando non si utilizzano.
     3 - Quando possiamo non usiamo l’ascensore: questo ci consente anche un po’ di sano esercizio fisico.
     4 - Riduciamo l’uso dell’automobile preferendo il mezzo pubblico o la bicicletta, quando è possibile.
     5 - Riciclare riciclare... : ecco la parola, riciclare i rifiuti attraverso la raccolta differenziata e al contempo ridurre la quantità di rifiuti prodotta, usare borse di tela o sempre gli stessi sacchetti.
     6- Beviamo acqua del rubinetto, privilegiamo articoli con imballaggio minimo evitiamo gli articoli usa e getta.
     7 - L’acqua, risorsa non infinita, merita un piccola nota: chiudiamo il rubinetto ogni volta che ci laviamo, non lasciando scorrere inutilmente dell’acqua preziosa.

Noi pensiamo che se tutti facciamo queste piccole cose molto semplici ed evitiamo di sprecare tante parole inutili, la terra ci ringrazierebbe.
Capito?!?!


Riflessioni e consigli di Roberto e Cristina


Perché non proviamo ad andare a piedi?


Inizio col dire che siamo e stiamo diventando, per motivi di comodità, molto pigri perché anche per fare 50 metri usiamo l’auto o lo scooter che sono la base dell’inquinamento. Poi, il punto fondamentale della questione è la Terra - il nostro pianeta- che è anche la nostra unica fonte di vita (a parte Marte, perché si dice che un giorno sarà vivibile anche lì); la terra è così e non si allargherà e invece noi stiamo diventando sempre più numerosi: non possiamo permetterci di fregarcene e rovinare il nostro pianeta natale usando mezzi superinquinanti non omologati per la circolazione nelle strade, al di sopra dei valori inquinanti. Per fare un piccolo esempio, ma il più importante, un aereo quando viaggia consuma come (non vorrei sbagliarmi) 300 automobili circolanti in una giornata lavorativa. Sarebbe tutta un’altra storia se molti o alcuni invece di usare l’automobile o lo scooter per i suoi giretti giornalieri a vuoto usassero la bicicletta o come faccio io i “roller biade”: si vedrebbe una supergalattica miglioria dopo solo pochissimi giorni.
E invece di abbattere alberi per fornire carta sì dovrebbe riciclare molto ma molto di più rispetto a quanto si sta facendo ora ed infine la bazza più totale sarebbe far costruire automobili, aerei o camion ad energia solare o elettrica o ad idrogeno. Sappiamo tutti che così facendo potremmo un domani ritrovarci senza più fonti per la vita. Ma per questioni di abitudini continuiamo a sprecare acqua, a inquinare ed esagerare con il cibo che noi fortunati ne abbiamo in quantità esagerate, invece c’è chi in altri paesi muore per la mancanza di cibo.
Ma la cosa che (ripeto) più mi fa arrabbiare - e in certi casi ne sono colpevole anch’io - è di girare a vuoto con l’automobile e lo scooter soltanto per far passare il tempo invece di leggere un buon libro o fare una bella passeggiata per le aree verdi che sono la cosa più preziosa che ci sia nella nostra terra.


Enrica Paradiso


Diavoli Rossi - La Rottameria


A proposito di ecologia e sport, mi è sembrato di poter notare varie cose: non si rispettano per niente gli impianti sportivi e le palestre. Nei percorsi che abbiamo fatto con i Diavoli Rossi abbiamo potuto notare campi da calcio abbandonati o mal curati. Purtroppo non si mantiene più ordine e pulizia, non c’è cura per mantenere gli spogliatoi ben puliti e curati. A molti torna comodo impegnarsi solo quando le tribune sono piene mentre quando sono vuote non si vede nessuno a lavorare intorno agli impianti del calcio, per poter aiutare i ragazzi a svolgere gli allenamenti nel modo migliore.
Mantenere bene le cose vorrebbe dire risparmio di denaro che potrebbe essere destinato per agevolare i propri giocatori di tutte le età.
Mancano in generale cura delle piante, potatura degli alberi; ci sono invece cartacce, pezzi di ferro fuori e dentro i campi di calcio, porte da calcio sotto le tribune, cestini della spazzatura pieni già a inizio partita, resti di recinzione arrugginite o rotte, pezzi di motore, porte tutte rotte, reti rotte, pezzi di cemento, bidoni nei campi di allenamento, ferri come aste sporgenti e contundenti: pensavo di aprire un posto da rottamaio per ogni campo da calcio.
Si dorme sempre di più, non si possono dare consigli perché quando una cosa si rompe deve rimanere rotta e non bisogna mai far presente tutto questo a chi dell'impianto ha la responsabilità: si rischia di non giocare più.


Andrea Tonelli


Il problema dei rifiuti biodegradabili


Quasi tutti i giorni buttiamo la spazzatura negli appositi cassonetti e casomai ci viene da pensare di aver eliminato gli scarti e la sporcizia in maniera definitiva. Invece la spazzatura spesso viene smaltita nelle discariche oppure negli inceneritori. Entrambe le possibilità sono dannose all'ambiente e si ripercuotono sulla salute dell'uomo. Infatti le discariche producono il percolato, che è un liquido che si genera quando i rifiuti marciscono e sono bagnati dalle pioggie. Questo liquido è in gran parte intercettato attraverso tubazioni scavate dentro alle discariche controllate dalle autorità competenti, mentre in quelle abusive va ad inquinare le falde acquifere. Supponendo che tutto il percolato venga prelevato e purificato negli impianti appositi, rimane il problema della biodegradabilità della merce buttata in discarica, cioé quanto tempo ci vuole affinché una sostanza ritorni alla natura.

       mozzicone di sigaretta = 3 mesi
       fazzoletto di carta = 3 mesi
       arancia = 3-6 mesi
       carta = 3-12 mesi
       pannolino = 5 anni
       lattina d’alluminio = 10-100 anni
       bottiglia di plastica = 100 anni
       sacchetto di plastica = 100-1000 anni
       polistirolo = 1000 anni
       vetro = 4000 anni

Da questi dati si capisce quanto sia importante la raccolta differenziata e il riciclaggio delle materie. Purtroppo alcune materie sono difficilmente riutilizzabili, come la plastica, altre invece si riciclano con ottimi risultati come l'alluminio e il vetro. In alternativa alla discarica c'è l'inceneritore che permette di ricavare energia bruciando i rifiuti. Peccato che gli inceneritori buttino in atmosfera le diossine che provocano tumori all'uomo. Lo scenario attuale è piuttosto preoccupante e non esiste oggi una soluzione che risolvi il problema.
La nostra attenzione è concentrata sull'aumento del PIL e dei consumi, senza pensare che consumando sempre di più, si producono sempre più rifiuti.
Oltre alla raccolta differenziata che è sicuramente una prassi positiva, alcuni studiosi stanno ricercando delle alternative biodegradabili alla plastica, materia ancora di largo consumo negli imballaggi e contenitori vari. A tal proposito è sempre valido l'aneddoto di Parigi nel settecento, a tal punto affollata di uomini e cavalli da ritenerla a breve invasa dalle deiezioni. Dunque la storia ci insegna che quando l'uomo arriva sull'orlo della catastrofe, sa trovare delle soluzioni geniali e alternative. Speriamo bene!


m.


Mi chiamo Mustaphà e vengo dal Marocco


Mi chiamo Mustapha Moufid nato a Rabat (capitale del Marocco) il 28/09/1969. Sono arrivato da solo in Italia nel 1989 a Milano da Losanna (Svizzera) in seguito sono andato a trovare degli amici a Sarno (Salrno), nel 1990 mi sono trasferito a Bologna dove tuttora vivo.
La mia infanzia è stata abbastanza felice in una famiglia normale: padre, madre e 5 figli di cui io sono il primogenito. Da piccolo sognavo di viaggiare in Europa e desideravo lavorare con Jake Custo (uno scienziato francese che lavora col mondo animale).
Per quanto riguarda il mio arrivo in Italia, ho incontrato delle persone a Sarno che mi hanno accolto abbastanza bene, inizialmente non era mia intenzione rimanere qui, ma i miei amici mi informarono che dopo qualche mese sarebbe uscita la sanatoria (legge Martelli) per regolarizzare gli immigrati; trascorso qualche mese ho ricevuto il permesso di soggiorno ed ho deciso di trasferirmi al nord per trovare un lavoro in regola, al contrario del sud. Dopo essere stato in varie città mi sono fermato a Bologna. Ho cominciato a lavorare in una casa di cura per anziani per due anni e nel frattempo ho studiato teatro e perfezionavo la mia musica (percussioni marocchine e arabe,) poi ho collaborato con il Cospe (o.n.g. che lavora per aiutare il terzo mondo) in qualità di mediatore interculturale tenendo lezioni sul nord e sud del mondo e laboratori musicali nelle scuole statali; ho iniziato a lavorare come educatore prima, poi come libero professionista con il Comune di San Lazzaro di Savena al centro giovanile della Ponticello, e dopo successivamente la “Carovana”. Adesso lavoro sempre con la Carovana e continuo a collaborare con le scuole come esperto esterno dei laboratori musicali e interculturali e collaboro con altri musicisti per realizzare spettacoli di danza orientale e serate a tema.
Per favorire l’accoglienza e l’integrazione di persone che vengono da altre nazioni occorrerebbe a mio parere, favorire la comunicazione e la conoscenza e rispettare le diversità d’entrambe le culture, poiché la diversità può essere fonte di ricchezza e non di contrasto e guerre. Se l’Italia è il primo paese artistico al mondo è merito anche della contaminazione ricevuta da tante culture (Greci, Arabi, Spagnoli... ).
Torno di rado nel mio paese quasi ogni tre anni. Dei cambiamenti ci sono stati, riscontrabili nell’aumento del consumismo e dell’inquinamento: dato che il Marocco fa parte del Terzo Mondo, sta cercando di sviluppasi come i paesi Europei, diventando sempre più occidentalizzato e perdendo di vista le origini culturali e la salvaguardia del territorio e dei suoi prodotti. Il colonialismo francese ha colonizzato il centro del Marocco e invece il nord e il sud del deserto sono stati colonizzati dagli spagnoli. Dopo la liberazione dagli invasori nel sud è rimasta accesa una guerra con il popolo Sahraui per contendersi una parte del territorio. Il Marocco è stato una colonia francese: infatti, per quanto riguarda l’istruzione si segue il sistema francese e ciò è dimostrato dalla lingua: quella ufficiale è l’arabo, la seconda lingua è il francese che si studia già dalle scuole elementari. L’economia del Marocco è basata su agricoltura, pesca, poche industrie e turismo.
Dal mio punto di vista favorendo lo sviluppo dei paesi poveri nel rispetto delle loro culture, tradizioni, territorio, sarebbe vantaggio anche delle civiltà economicamente avanzate, le quali si sgraverebbero del peso di ondate migratorie spesso difficili da gestire.
Considerando il Mediterraneo circa al centro tra l’Europa e gli altri paesi del mondo e considerando le sue risorse e quello che sta attuando, cercare d’integrare le differenze tra nord e sud potrebbe essere una grande opportunità di sviluppo sia per lo stesso Mediterraneo, che incentiverebbe la sua crescita, che per l’Europa che si arricchirebbe con scambi e integrazioni economiche e culturali.
Nella vita bisogna essere ottimisti e credere nell’intelligenza degli esseri umani e spero che un giorno l’umanità si renderà conto che non bisogna continuare a generare guerre e disastri ambientali poiché la terra è un ecosistema perfetto; bisognerebbe prendere esempio dalle culture primitive degli aborigeni che vivono in simbiosi con la natura senza modificarla, anche se fin quando ci sarà la ricerca della ricchezza facile voluta da alcuni esseri umani, il rispetto della natura e dell’altro sarà sempre più difficile da conquistare. Per questo ogni individuo deve essere responsabile nella salvaguardia dell’ecosistema in modo da consentire una buona qualità della vita alle future generazioni.
E’ più facile distruggere che costruire!


Mustapha Moufid


Le Bucoliche di Giovanni


Mi chiamo Benedetti Giovanni vivo a Villa D'Oriano vicino Vergato, sono agricoltore praticamente da quando sono nato, lavoro con i miei genitori nella nostra fattoria, dove oltre ai campi abbiamo un allevamento di 30 mucche circa. La mia giornata tipo è la seguente: dopo l'alba delle sei del mattino (365 giorni su 365) il primo compito riguarda la pulizia della stalla di cui segue la foraggiala e la mungitura delle mucche partendo dalle ultime che hanno partorito per dare il latte ai vitellini. Il mio lavoro nella stalla si conclude con la sistemazione della paglia a terra affinché manzi, manzette e vitelline possano riposare su un letto pulito e confortevole. Queste operazioni della durata di 3 ore circa, oltre al mattino devono essere eseguite anche alla sera.
Finito il lavoro nella stalla si passa al lavoro esterno che a seconda delle stagioni varia, d'inverno per es. per lo più si taglia la legna da ardere o si aggiustano i vari attrezzi agricoli,....... perché i guadagni di questo mestiere sono talmente modesti che bisogna arrangiarsi e saper fare un po' tutto.
In primavera si potano gli alberi da frutta che nella nostra zona sono soprattutto castagni, quindi si zappa la terra per preparare la semina dell'erba medica ed infine si concimano le colture di grano e orzo seminato in settembre per farli risvegliare dall' inverno.
Arrivati a maggio si procede con la prima falciatura dell'erba, quella è più importante anche ai fini della produzione di latte da parte delle mucche. A fine giugno fino a metà luglio si procede con la mietitura e la trebbiatura dell'orzo e del grano. Sistemate le granaglie e le balle di paglia se la stagione lo consente si procede al secondo taglio dell'erba. In agosto nei campi dove è avvenuta la mietitura si procede con la stesura del letame quindi si arano i campi da seminare.
Da settembre a novembre le attività più importanti sono: la vendemmia, la preparazione del vino questo deve bollire nei tini almeno per 11 giorni, alla torchiatura fa seguito l'imbottigliamento, falciatura e raccolta delle castagne buona parte delle quali viene messa nell'essiccatoio per una ventina di giorni quindi si portano al mulino per fare la farina dolce. In dicembre si cercano i rami di saggina per preparare le scope per la pulizia delle stalle e degli spazi esterni se il tempo lo permette si va a tagliare la legna per la provvista invernale.
Questa è la mia vita piena di problemi e disgrazie, spesso mi lamento e mi chiedo chi me l'ha fatto fare, ma poi penso ai pochi ma grandi vantaggi e le cose buone di questo tipo di vita e cioè il lavoro all' aria aperta per un certo verso indipendente in mezzo agli animali, e alla natura visto che ho scelto io di fare questo tipo di vita penso che continuerò a farlo finché potrò. Naturalmente rinunciando a tante cose belle che un giovane di 27 anni vorrebbe fare. Uno sola cosa vorrei che si realizzasse: conoscere una compagna che abbia la mia stessa idea e che sia pronta a dividere con me la sua vita e che facesse insieme a me questo lavoro.


Giovanni Benedetti


Un bel libro di Sandro


Cari amici dei "Faro", come scrive il mio amico direttore Fabio Tolomelli nll'editoriale del primo numero, questo giornale è punto di riferimento per chi la tempesta della sua vita e le sue vicissitudini lo hanno fatto perdere nel mare della sofferenza.
Voglio partire proprio da queste sue affermazioni per presentarmi a voi: mi chiamo Alessandro Rizzo, ho 35 anni, e da più di tre anni, in quanto familiare di una persona affetta da schizofrenia, frequento il mondo della salute mentale. Ho contribuito a formare un gruppo di auto-aiuto di familiari di persone affette da disagio psichico, ho fatto parte della segreteria organizzatrice del Convegno " Le pratiche del fare insieme". Sono figlio di una persona malata mentale e non vi nascondo l'imbarazzo la vergogna nel menzionare la malattia della mia mamma, sensazioni che mi hanno indotto a scrivere una poesia dal titolo "Paura" dove si parla proprio delle piccole paure che si trasformano in grandi paure quando esse vengono alterate da eventi che non riusciamo a controllore. Questa lirica è presente nel libro "Le correnti del cuore" edito da Silvano Pagani, che potrete acquistare contattando il numero 338.381.81.35.
Vi parrà strano, ma è proprio grazie alla mia mamma che ho avuto la forza, la determinazione di scrivere un'opera tutta mia, con versi che vanno dal mio volontariato ambientalista, a momenti di vissuto in una scuola serale dove mi sono diplomato nel 2005, all'ennesima recente esperienza ospedaliera a causa di un melanoma cutaneo.
Ringraziando la redazione del "Faro" per avermi dato l'opportunità di pubblicizzare il mio libro, voglio concludere dicendo che la poesia è quella corrente grazie alla quale il cuore espande magia e sentimento. Le correnti sono tante, il cuore è uno solo: apriamolo.

a.r.




Chi è, all'aspetto, Sandro? E’ un uomo forte, con il baricentro gettato in avanti per superare le pareti che la vita mai facile gli si è sempre frapposta. Il capo contenuto tra le spalle per non sentire ciò che udendo gli farebbe troppo male. Il pensiero introspettivo per cercare energie laddove l’ambiente e la società g li ha donato solo ostacoli.
E cosi sono le sue poesie. Caramelle prelibate. Da gustare una ad una per apprezzarne il sapore e nutrirsi del grande potere socio-culturale.


f.t.


Diavoli Rossi: Grazie per quanto avete fatto per Loris


Agli operatori del Poliambulatorio del Servizio Salute Mentale di Castiglione dei Pepoii, Vado e del G.S. Diavoli Rossi.


Volevo ringraziare tutti per il gradito pensiero che avete avuto per Loris. So bene quello che avete fatto per lui e quanto vi volesse bene. Con voi ha avuto i pochi momenti spensierati dì questi tormentati anni della sua breve vita.
Grazie a tutti per quello che ogni giorno fate per tanta gente in difficoltà. Spesso il vostro lavoro non trova l'apprezzamento che merita, forse solo perché la maggioranza non tocca con mano i problemi che ogni giorno affrontate. Di nuovo grazie.


Fiorenzo Cipolli


Volare sempre più in alto


Se piango, perdona, non ride.
Gli stringo la mano: lui me la tende, sorridendo: è l’amico più caro.
L’amico che dona tutto se stesso e che dà tutto;
tante braccia e tante mani tese, unite insieme, in un unico batticuore:
l'albero dell’amore è della vita.
Questo è l’amicizia: essere come rami dello stesso albero,
succhiare la stessa linfa
dalle stesse radici sorelle e fratelli. E poi, chissà. . . . . . . .
Volare davvero, sempre più in alto.


Ave Manservisi


Sergio


Sergio: un uomo pieno
di vita, spento dalla solitudine di un amore
non capito,
scolpito
nel cammino di una strada
piena di pericoli.



La sambuca


Gianluca beve la sambuca
E pensa al figlio Luca
Che va a San Luca
Cade in una buca piena di soldi e
L’imbuca per salvare il padre
Dalla sambuca



La maga Daniela


La maga Daniela
Che si cura con la mela
Fa le carte a lume di candela
In un'atmosfera che
Un’altra realtà rivela


Sergio Oddo


L'amore


L'amore è un emozione intensa
L’amore è come un brivido che
Scende pian piano nel tuo corpo
L’amore è come il paradiso infinito
L’amore è una goccia di lacrima
Che scende nel tuo viso pulito
L'amore è come l’acqua trasparente
L’amore è tutto quello che scopri
Pian piano ti riempe di gioia
Allora cos’è l’amore per me
L’amore per me sei tu
Così vicino cosi lontano.


Denise


Ringraziamenti agli operatori dell'Arcipelago


Trovare parole per ringraziarvi non è facile. Troppo grande è la gratitudine. Posso dirvi però quello che mi avete dato. Luce nel buio della malattia, calore umano e nuova linfa vitale. Mi sono riconciliato con vecchie parti di me e ne ho scoperte di nuove. Mi sento meglio quando sono in gruppo e riesco ad esprimere meglio i concetti che voglio esteriorizzare sia a parole che nello scritto. Sono emotivamente molto più equilibrato. Grazie a ciò gestisco meglio i miei disturbi ottenendo la facoltà di lavorarci sopra con calma assieme ai miei terapeuti. Fisicamente mi sento molto meglio e spero di potere fare sport in modo da scaricare nostalgie e ricordi nel movimento. Sono entrato più malato (anche piuttosto gravemente) e sono uscito più persona, più degno di me.


Zorro


La canzone di Cristicchi, un atto d’amore


Il recente Festival della Canzone di Sanremo è stato vinto da Simone Cristicchi (Roma, 5 febbraio 1977), con una canzone (Ti regalerò una rosa) dedicata al mondo del disagio mentale: testo doloroso e poetico su un “matto” che ha passato la vita rinchiuso. Fin da ragazzo Cristicchi prestò servizio da volontario in un centro d'igiene mentale, esperienza che lo ha segnato per tutta la vita. Ancora adesso lavora come volontario negli ex manicomi, scrive libri e tiene spettacoli sull’argomento nei centri di salute mentale.


***


Ti regalerò una rosa


Tì regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel'54
E vìvo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarart'anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perchè non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un'emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
lo sono come un pianoforte con un tasto rotto
L'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perchè ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mortale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio... misurate le distanze
E guardate tra me e voi... chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Tì regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perch. Antonio sa volare.


Testo (e musica) di Simone Cristicchi