aprile-maggio 2010 - anno IV  n. 1 - Il cibo

INSERTO


 

I disturbi del comportamento alimentare


Tra le affezioni psichiatriche e psicologiche della nostra epoca, i disturbi del comportamento alimentare hanno assunto, negli ultimi decenni, un rilievo clinico e sociale di dimensioni preoccupanti. Secondo le più attuali osservazioni epidemiologiche, infatti, nel mondo occidentale essi sarebbero in considerevole e costante aumento. Spesso l’esordio si verifica durante l’adolescenza o la prima età adulta (ma non mancano dati che riportano l’esordio durante l’infanzia o la seconda età adulta) e viene colpita con una netta prevalenza la popolazione femminile.
Nel DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) tali disturbi sono entrati a far parte di una categoria a sé stante (differenziata dalla sezione dei disturbi alimentari della fanciullezza, che comprendono la Pica, il Disturbo di Ruminazione e il Disturbo della Nutrizione dell’Infanzia) e si distinguono in: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Binge Eating Disorder, Night Eating Syndrome.
Ancora non inserita tra i disturbi del comportamento alimentare, ma non meno importante è l’obesità, che qui verrà descritta insieme agli altri. Naturalmente le definizioni di un manuale non possono che essere schematiche e riduttive, in realtà ogni persona è un caso a sé e quindi è molto difficile che possa rientrare esattamente in una categoria. Questa considerazione è molto importante per evitare che una diagnosi diventi un’etichetta spersonalizzante.
Per quanto riguarda le terapie psicologiche, l’orientamento oggi più seguito è quello di un approccio integrato, che possa tener conto dei molti fattori predisponesti e perpetuanti del disturbo.
È importante sottolineare sempre l’unicità di ogni persona e quindi la necessità di una terapia efficace ma non standardizzata.
Può essere comunque utile offrire un quadro generale di questi disturbi e delle loro manifestazioni principali.


Anoressia Nervosa:

Si caratterizza per: - rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o pari al peso minimo normale per l’età e la statura - intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso - alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima - rifiuto di ammettere la gravità della propria condizione di sottopeso - nelle femmine, dopo il menarca, condizione di amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi. Occorre specificare il sottotipo: - Con Restrizioni: se nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto non ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per esempio vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). - Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione: se nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per esempio vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).


Bulimia Nervosa:

Si caratterizza per: 1) ricorrenti abbuffate. Un’abbuffata compulsiva è definita dai due caratteri entrambi necessari : • mangiare in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore) una quantità di cibo indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili • senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando). 2) Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come: vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo 3) le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settimana per tre mesi 4) i livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei 5) l’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa. Occorre specificare il sottotipo: - Con Condotte di Eliminazione: se nell’episodio attuale il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. - Senza Condotte di Eliminazione: se invece il soggetto ha utilizzato regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente al vomito autoindotto o all’uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.


Binge Eating Disorder:

Si caratterizza per episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. 1) Gli episodi di abbuffate compulsive sono associati ad almeno tre dei seguenti caratteri: - Mangiare molto più rapidamente del normale; - Mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno; - Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame; - Mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite - Provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo. 2) Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio. 3) Le abbuffate compulsive avvengono, in media, almeno due giorni la settimana per almeno sei mesi. 4) Il disturbo non si riscontra soltanto nel corso di anoressia o di bulimia nervosa.


Night Eating Sindrome:

La NES (Night-Eating Syndrome) – La sindrome dei mangiatori notturni. Il disturbo è stato studiato per la prima volta nel 1955 da Albert Stunkard: si tratta di soggetti che presentano le stesse caratteristiche del Binge Eating Disorder, con la sola differenza che le loro abbuffate si verificano esclusivamente durante le ore notturne. Stunkard, dopo molti studi nel 1999 è giunto alla conclusione che in questi soggetti esiste un'inversione dei ritmi circadiani cioè del ritmo giorno-notte. Chi soffre di NES non è altro che una persona con Binge Eating Disorder, ma con ritmo giorno-notte invertito.


Obesità:

Si tratta di una condizione psico-fisica complessa e multifattoriale spesso associata ad altri disturbi, che deve necessariamente essere studiata da molte angolazioni. Nonostante la classe medica sia concorde nel sottolinearne la pericolosità, l’obesità non è ancora universalmente riconosciuta come malattia in sé e non figura tra i Disturbi del Comportamento Alimentare, non esistono quindi sintomi specifici a cui fare riferimento se non l’eccesso di adiposità. Per la definizione dello stato di obesità nelle persone adulte si fa riferimento a due parametri oggettivi: l’Indice di Massa Corporea, in inglese Body Mass Index (BMI=peso(kg)/altezza(m²) ) e la circonferenza addominale, i cui valori in eccesso sono indicativi di una condizione a grave rischio per la salute. Per l’età pediatrica sono state invece elaborate curve di distribuzione in percentili relative all’accrescimento in peso e statura, i cui standard sono attualmente accettati a livello internazionale. Particolarmente preoccupante è la diffusione del sovrappeso nei bambini, e negli adolescenti, in quanto una precoce insorgenza è predittiva di obesità e di altri gravi disturbi nell’adulto. Sovrappeso e obesità si stanno diffondendo soprattutto a causa di abitudini alimentari malsane. Negli ultimi decenni il cibo, da bene di prima necessità, si è trasformato in prodotto commerciale: la palatabilità e la varietà dei cibi, oltre alla presentazione invitante rappresentano potenti sollecitazioni. Le forme di obesità secondarie ad altre patologie genetiche ed endocrine o all’uso di farmaci sono molto rare. Nella maggior parte dei casi si parla di obesità “essenziale” in quanto non è stata identificata l’esatta eziologia e si suppone una patogenesi multipla. Ormai tutti gli studiosi concordano nel ritenere necessario un approccio integrato. Il trattamento dell’obesità può essere svolto su più fronti. Affiancare la psicoterapia ai trattamenti sanitari e ad attività fisiche adeguate è certamente una buona prassi. L’esperienza dei gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto, può contribuire a sostenere le persone nel percorso terapeutico, incoraggiandole a farsi carico personalmente della loro salute.


Evelina Villa, psicologa esperta in DCA