"Il faro" dipinto di Stefano Biasco


le formichine


Presentazione


Con la fine del 2011 siamo arrivati al ventesimo Faro: un bel traguardo, che ci stimola a continuare e a crescere.
Per festeggiare abbiamo pensato di fare una piccola antologia da regalare agli amici, scegliendo una poesia per ciascun numero uscito finora.
Una scelta ovviamente arbitraria, che speriamo non scontenti nessuno dei nostri autori, tanto più che sul sito http://www.ilfaroinsieme.blogspot.com è possibile rileggere tutto ciò che abbiamo pubblicato.
Buona lettura, dunque... E buone Feste!


Fabio Tolomelli e la redazione


A un amico


La vita è un mistero.
Fa conoscere la sfortuna
anche a chi dona amore vero.
Tu ci insegni a lottare,
cantare,
giocare contro il dolore.
Con la tua umile
e spontanea umanità,
dai forza al nostro cuore.


Alessandro Rizzo



Sergio


Sergio: un uomo pieno
di vita, spento dalla solitudine di un amore
non capito,
scolpito
nel cammino di una strada
piena di pericoli.


Sergio Oddo



I figli guardano


Famiglia divisa, famiglia uccisa.
Papà lontano, la mamma triste
e i figli vedono cose mai viste,
famiglia passata, famiglia perduta
vita che sembra non vissuta.
Famiglia rimasta, famiglia ferita,
la rabbia non ancora sopita.
Famiglia sola, famiglia a brandelli,
ma ci sono ancora momenti belli,
momenti in cui sembra che passi il dolore
e quello che resta è solo l’amore,
l’odio svanisce, la rabbia si cheta
la gioia diventa consueta.
Famiglia confusa e piena di guai,
so che tu non mi lascerai mai,
sei la mia mamma, sei mio fratello,
sei quanto ancora ho di più bello.


Ari


Un sogno audace


La libertà è il mio sogno audace: è necessario possederla
               [per vivere tra la gente.
Non sempre è raggiungibile, chissà se un giorno ci riuscirò…
               [Sarà festa per la mia vita!
Anche la Musica deve esser libera, proprio come quella
               [che sto ascoltando in questo momento…
A volte volo con la fantasia, sogno le strade, i monti, il mare…
               [Voglio tuffarmi liberamente ed urlare.


Daniela Pelaghi



Tutto si può chiedere


Tutto si può chiedere
dipende dal modo
in cui lo si fa
se il tuo sguardo è per comprendere
o per mortificare
tutto si può dire
dipende dalla sincerità del cuore
e non importa se si vede
uno splendore o qualcosa di trasandato
quello che fa la differenza
è l’amore sincero che ci metti dentro
quello si sente
fa sì che niente sia sentito come umiliante
fa sì che tutto si possa fare
con un fiore di libertà.


Annalisa Landi
(da “I canti furiosi di Myskin”)



Su questa panchina di nebbia


All’ombra di un ricordo
su questa panchina di nebbia
riacquisto le immagini
di un tempo lontano,
seguo le orme quasi svanite
di una bimba in riva al fiume.
Le nebbie del mattino si dissipavano,
scintillavano le mie risate
nella valle di giorni felici.
Allora non conoscevo il salice
alla cui ombra si perse la mente.
Allora potevo ascoltare l’usignolo,
commuovermi e non spezzarmi.
Filtrati, dolci sapori di un’infanzia
di vellutati respiri.
Echi lontani come baci mai avuti.
All’ombra di un ricordo,
su questa panchina di nebbia
ho tanto freddo.



Ave Manservisi


Bimba


Già stata donna
Un percorso a ritroso nel tempo
Un mondo da ritrovare
E la strana sensazione
Di alleggerirsi
ogni giorno di più.
Vivrai per sconfiggere il tempo
E quando scherzi
E vivi bambina
Lui impazzisce
E tu vivi per sognare
E tu vivi per giocare
E tu vivi per amare …


Gian



Baleno di Maggio


Verdi
si son formate
veloci
le chiome.
Nei campi, il rosso dei papaveri è scoppiato,
e nei ricordi,
dove fiammeggiano sul marmo della tavola,
e, in un barattolo di vetro,
allietano l’infanzia.



Gabriella


L’amore!


L’amore?
Colui che fa girare insieme Terra ed Universo e che per primo ho amato.
L’amore?
Quello di una madre che nel dolore ti dà la vita, che nulla vuole in
               [cambio e che fino alla sua morte dura! L’amore?
Un dolce alito che riscalda il cuore di un innamorato, oppure un’ardente
fiamma che brucia nel fuoco della passione e ti sconvolge.
L’amore?
Quello di un malato, uno di quelli come me, che il mondo di fuori
chiama matti, ma che a volte è soltanto un po’ sperduto, che ha
bisogno di una mano, di un abbraccio, oppur soltanto di uno sguardo,
per andare avanti, ma che più di tutti ama.


Mariangela



Senza titolo


Scelgo la strada che mi porta al punto
dove ho preferito prendere la fuga,
il tempo in cui
non era sostenibile il fardello
dell’amore
e rivedo
gli incubi del viaggiatore
ottenebrato
dalla volontà di volere strade senza meta,
dove poter trovare un burrone
e disintegrarsi in mille pezzi
sul fondo
per non trovare la sua porta.
E la visuale dell’ultima mano
cui poter affidare il nodo
che stringe la gola,
il miraggio impossibile.
E poi i luoghi
dove il desiderio di quiete
è il sentimento
donato per sentire di poter stare
insieme,
contro
a un fato
che vuole trattenere per sé
la parte che non può amare
senza anche odiare.
C’è un dentro
e un fuori
dove piccoli cuori,
soffocati da una mano che
vuole trattenere qualcosa di un respiro
che ancora non sa respirare,
stanno senza stare,
volando oltre a un limite immaginato
l’ultimo ad essere visibile.
Voglio indugiare ancora un po’
dove il calore arriva senza bruciare
e l’aria diventa respirabile
e le parole sono fili d’erba che ondeggiano
mossi da un vento che
non fa rumore,
e uno sguardo entra pianissimo dentro a chi lo sta
cercando
chiedendo il permesso di amare.
Chiedo alla notte di portarmi indietro
al momento in cui ho sognato di respirare
davvero,
trattenendo il respiro come per rinascere,
ogni volta
immaginando di poter sentire più vita
regalata,
al cospetto della morte
che fa del suo richiamo
il mio altro cammino possibile.
Mi aspetto di poter avere la capacità di scegliere
avendo potuto sorvolare la vita
guardandomi vivere.


Federica Santoro


Ritorno


Tornate svelte svelte
le foglie dei pioppi pettegolano
incessantemente nel vento.
Come una mamma, l’erba amorosamente
culla il bianco delle margherite
dipinte di fresco:
pazzo di felicità
e di luce
l’azzurro serra finalmente il verde
della terra.


Gabriella Forlani



Il cuore abita dentro di me


Il cuore abita dentro di me,
dentro il mio cuore c’è spazio
per tutti, ma vorrei che la mia
casa fosse solida, come pure
le sue fondamenta.


Luisa Paolucci delle Roncole



Volersi bene


Il padre col bambino che fanno
volare l’aquilone,
la MAMMA con la figlia
che guardano la televisione.
La vicina che viene dalla campagna
che porta il pane caldo. Quanto ci vuole poco,
E
QUANTO È BELLO VOLERSI BENE


Lucio Polazzi



Ti tengo qui


Ti tengo qui o lume dei miei lumi,
per averti,
sempre più celere nei battiti di penna.
Anche il cuore,
lo costringo alle tenerezze
delle metafore antiche,
che qualcuno
mi sollecitò
chiamandomi: “Poetessa”.
Poi vennero altri
a dirmi : “Qual è il tuo nome?”
“Mi chiamo Paola” risposi.
“La scrittrice?”
Ma anche
a quell’ora, in quel giorno, di me
parlò la mia fantasia, aspra e dura.


Paola Scatola



Dal 1° piano (disotto)


Sul marciapiede:
tutto normale, a gettare lo sguardo;

Il Sole tintinna
tu rodi (saliva-liscivia
che sali da visceri ormai
putrefatti in attese…)

I piedi affondano, la mente
affonda,
s’effonde un odore che sa…

Disotto
vedo persone vicine lontane

e non si può uscire
assolutamente non
si può uscire.


Piergiorgio Fanti
dalla raccolta “Cristallo di rocca”



L’arduo viaggio


(a mia moglie)



Aspro sentiero
e gravoso
è stato a noi tratto in sorte.
Di balza in balza,
di vertigine in vertigine,
sempre più in alto ci inerpichiamo
per lo sdrucciolevole sentiero
che il nostro stesso passo traccia.
E a un tratto,
al volgere lo sguardo verso le frequentate valli,
ci avvolge struggente nostalgia
di piani e agevoli sentieri.
Ma è vano sogno.
Senza pietà
la greve e densa aria di pianura
strazia i nostri polmoni.
È l'aria rarefatta delle vette
ed inebriante
che sola può oramai tenerci in vita.
Che Sorte ci conceda oppur ci neghi
d'essere l'un per l'altra di puntello,
per un tratto di questo erto cammino,
infine, Ave,
sarà sulla più estrema delle vette
che ancora e sempre ci ritroveremo.


Antonio Marco Serra



L’hanno portata via… non amo più


Dove..
Dov'è
Dioooo
Dov'è...
La mia creatura dov'è
L'hanno portata via.
L'hanno portata viaaa
Cani, animali, vigliacchi
Mia figlia.
Mia figlia.
Mia
Mia
Mia
State lontani.
Noooo. Non toccatemi.
Mia figliaaaa
L'hanno portata via.
Dove mi portate
Dove mi portateeee

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Non amo.
Non amo nessuno
fino in fondo,
fino all'anima,
fin nel profondo.
Han tutti l'oscuro,
quell'ombra silenziosa,
quel nero che copre ogni senso.
Non amo più la superficialità,
quell'insieme formale,
quel formale oggettivo,
quell'oggettivo uniforme.
Sazia di tutto
non amo più
aspetto il momento
per staccare la spina al mio cuore
che lentamente vegeta.
Non assaporo più
fragranze di essenze
d'amore.
Non amo più.


Marcella Colaci



Un istante di poesia


Era un momento di profondo silenzio,
rotto solo dallo sciabordio del Mare.
Il tuo cuore mi parlava,
la mia anima ti rispondeva.

(Treno per Bologna, 18 agosto 1988, ore 6)


Tina



Balla ancora


Balla, salta, scatenati,
entra in pista, muoviti,
è tempo di ballare.
Dai mostra un movimento sinuoso
sprigiona tutta la tua energia,
con fare simile ad uno scoiattolo
gettati in pista.
Le luci ad intermittenza,
la moltitudine di persone,
la musica assordante,
ti circondano ed è ora di ballare,
balla ancora
sempre più veloce
con stile e grazia.
Sprigiona tutta la tua energia,
trasmetti una carica sensuale,
devi affascinare tutti quelli
che ti circondano
con le tue mosse semplici,
ma sofisticate.
Un continuo fluttuare nello spazio,
nel tempo,
mostraci come sono i balli moderni,
solitari, ma allo stesso tempo di gruppo.
Quando balli ti liberi da tutti i problemi
che ti circondano,
non pensi più a niente,
sei in pista,
volano i pensieri in un mondo immaginario,
in un mondo fantastico
fatto di un’atmosfera irreale.
Balla ancora anche se sei stanco,
continua i tuoi movimenti
finché non sarai stremato dalla fatica,
ma sinceramente ti sentirai molto meglio,
più libero.
Una bibita,
due parole con gli amici,
un riposino su una poltrona,
lo sai che ti sei proprio divertito!


Loopa Sonivree



Vita


Vita
materiale, spirituale, magica, candida, oscura!
Corri come un treno con tante fermate.
Ad ognuna la sua riflessione,
il suo ricordo di gioia,
di dolore, d'amore!
Poi scendi,
ma non sai chi sei, perché hai viaggiato,
per quale anima l'hai fatto.
I vagoni ove sei stata
possono essere abitati
da fantasmi, da angeli, da demoni
che hai incontrato
nel tragitto dell'esistenza!
Allora ti senti confusa... ma procedi
in un frastuono che speri, finalmente,
ti porga qualcosa di buono.


Giovanna Giusti