Questo numero


Sembra ieri che ci trovavamo in casa di Fabio Tolomelli per capire come si poteva realizzare un giornalino dedicato a chi soffre di disagi psichici. Era un anno fa.
Abbiamo già realizzato 5 numeri, siamo riusciti a conservare regolarmente la periodicità bimestrale. E crediamo di aver prodotto anche delle buone cose, grazie all'entusiasmo e alla sensibilità di chi ha voluto collaborare: con una riflessione, un pensiero, una poesia, il racconto di una esperienza.
Grazie a tutti, a chi scrive e a chi ci legge


La redazione


Aforismi


La felicità esiste, ne ho sentito parlare

Gesualdo Bufalino, Il malpensante




Uno dei grandi segreti della felicità è moderare i desideri e amare ciò che già si possiede

Émilie Châtelet, Discorso sulla felicità




Se vuoi una vita felice, devi dedicarla a un obiettivo, non a delle persone o a delle cose

Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso




A volte, da noi dipende più la felicità altrui che la nostra

Roberto Gervaso, Il grillo parlante


Una parola immensa, ricca, difficile da raccontare


Felicità è una parola da pronunciare ma difficile da descrivere. Il vocabolario cita testualmente “condizione o stato di chi è felice" e per la parola felice: "Chi è pienamente appagato nei suoi desideri”.
Mi sembra una definizione riduttiva e un po' egoistica. Può il solo appagamento di un desiderio rendere veramente felici? Sempre più spesso i desideri espressi dalla maggioranza delle persone si riferiscono a fama, successo, soldi e non importa se per raggiungerli feriscono, offendono o calpestano gli altri . I desideri sono legittimi ma non credono che siano l’unica strada per essere felici.
Più che alla felicità in senso assoluto (forse privilegio di animi elette) credo in tanti momenti di gioia. Piccole e grandi gioie che la vita ci ri serva, non come diritto acquisito, bensì come opportunità da cogliere delle quali possiamo essere artefi ci e protagonisti. Perciò mi piace di più la definizione “CHE APPORTA GIOIA”, e in forma rara, inusuale “CHE RENDE FERTILE-FECONDO”, immagino un grande campo pronto per essere seminato, attraversato da un lungo sentiero. Il sentiero della vita.
Possiamo percorrerlo correndo, noncuranti di ciò che ci circonda, preoccupati unicamente di raggiungere una meta, spesso illusoria, che riteniamo sia l’unica fonte di felicità. In alternativa possiamo soffermarci cammin facendo e godere ciò che di bello incontriamo e sfruttare le occasioni che sta a noi trasformare in piccole scintille di felicità. Basta poco, ri cordarsi di una ricorrenza, fare una semplice telefonata a chi è solo, portare un piccolo dono a chi ha meno di noi, dedicare un po’ di tempo agli altri , tutto questo può creare un momento di gioia. Partecipare e condividere questi momenti è come gettare un seme nel campo incolto. Ciascuno di noi può contribuire e tutti insieme possiamo trasformarlo in un piccolo giardino. Per diversi anni ho frequentato case di riposo per anziani. Sentire sulle mie le loro mani stringere con gratitudine e affetto, vedere occhi solitamente tristi illuminarsi di un sorriso mi ha donato gioia. Ho ricevuto più di quanto ho dato e mi piace pensare di essermi lasciata alle spalle qualche pianticella fiorita.
Ma la gioia più grande l'ho provata quando è nato mio figlio. Non ricordo il dolore fisico del parto ma ho chiara in mente quella notte. Ripensandoci sento ancora in me, come un brivido, la grande emozione e la gioia immensa che ho sentito tenendolo tra le braccia, rivedo con la mente il suo visino illuminato dal chiarore di un lampione che filtrava dalla finestra. Ho vegliato il suo primo sonno fino al mattino, guardandolo con stupore, quasi incredula, che quel piccolo esserino fosse, fino a poche ore prima, una parte di me. E nel miracolo della natura che è la maternità io trovo il senso della parola felicità.


un familiare del Gruppo Speranza


Gli insegnamenti del Mahatma Gandhi


Prendi un sorriso, regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio, mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vi ta, raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza, e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore e fallo conoscere al mondo.




Mohandas Karamchand Gandhi - 2.10.1869 - 30.1.1948 - è stato un politico indiano fautore della "non violenza", ispiratore di tutti i movimenti indipendentisti. Soprattutto lottò per l’indipendenza dell'India dal dominio della Gran Bretagna. Fu ucciso da un fanatico indù mentre era impegnato a far cessare le violenze fra comunità musulmane e indù. Era detto Mahatma, che significa "la grande anima". Il 30 gennaio sono ricorsi 60 anni dalla sua uccisione; trascrivere questi suoi versi è il minimo che si potesse fare in ricordo di Cotanto Uomo


La felicità è comunicazione


La felicità non si realizza in tempi record.
Agostino di Ippona ha lasciato scritto: “Ci hai creati per te, o Signore Dio! Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te!”
La felicità è dunque un inesauribile DESIDERIO del singolo.
Oppure, in una dimensione universale possiamo affermare che la felicità non si costruisce con l’inganno!
La felicità è il più grande anelito dei popoli. Rendere felice almeno una creatura!
Questo è l' impegno, questa è la missione della quale io investirei ciascun essere umano. La felicità è comunicazione!


Gruppo Arte Insieme


Felicità è vedere oltre se stessi


Felicità è tenere per mano un bambino che vedere non sa.
Felicità è amare al presente, al futuro e gioir della vita che Iddio ti dà.
Felicità è non udir la menzogna, non guardar la vergogna ma
carpire la gioia che la vita ti dà.
Felicità è accudire un malato che speranze non ha.
Felicità è cullare un bel sogno,
è volar col pensiero e ascoltar le emozioni
che il cuore ti dà.
Felicità può voler dire possedere ricchezza,
ma ancora più grande è la felicità
se doni te stesso a chi ricchezza non ha.


Mariangela


La favola dell'ostrica triste


C’era una volta, tanto tempo fa, un’ostrica di dimensioni soprannaturali, che viveva su un fondale sotto la scogliera, in un tratto di costa delle Mauritius. Quest’ostrica si sentiva molto triste perché nessuno l’aveva mai pescata a causa delle sue dimensioni. Molti erano venuti per osservarla ma nessuno conosceva cosa nascondesse al suo interno in quanto non era mai aperta. Il suo guscio era così pesante che l’ostrica stessa da tempo immemorabile non riusciva più a sollevarlo.
A causa di questo aveva pianto molte lacrime che erano servite a far nascere una nuova vita dentro di lei. Le tante lacrime, non riuscendo ad uscire, crearono dentro di lei una piccola sacca di acqua tiepida e salata.
Sulla terra si era nel 1994 e una forte ondata anomala la scaraventò sulla battigia di una spiaggia. Questo impatto produsse un forte rumore che attirò gli indigeni dell’isola. Incuriositi le si avvicinarono e in fila ad arco con dei bastoni, facendo leva, riuscirono ad aprirla.


* * * * *

L’ostrica dal suo interno emanò una luce perlescente che si diffuse su tutta la spiaggia richiamando altre persone ed altre ancora.
Appena la luce si affievolì gli indigeni poterono scorgere che in una sacca di acqua galleggiava una piccola creatura, con un unicorno e due orecchie enormi, dalla pelle bianchissima e iridescente. Subito compresero che si trattava di una creatura magica e commossi la pregarono di rimanere con loro.
Da quel momento la magica creatura rimase con loro, rendendo felici e contenti tutti coloro che gli si avvicinavano e sfioravano il suo unicorno. La creatura rispondeva sorridendo e nascondendo un messaggio di gioia, serenità e amore.


Lucio, Silvia, Maurizio, Carlo


La felicità non esiste? Ragioniamoci su...


La felicità è veramente un tema molto interessante ed impegnativo di cui parlare. Anche perché la mia condizione attuale di vita è veramente molto lontana da questo stato di grazia. Ma è molto impegnativo perché la domanda che mi pongo, che ci poniamo, è stata trattata da filosofi, poeti, persone di grande valore intellettuale.
Io lapidariamente sarei tentata di dare una risposta istintiva e secca: la felicità non esiste. Quasi contemporaneamente però rimetto in discussione il mio pensiero e mi vengono da fare diverse considerazioni. Non mi sento di negare del tutto che la felicità esista, io personalmente penso di avere avuto periodi, momenti felici.
Senza pensare che la felicità sia legata solo a beni materiali, ma piuttosto a dei momenti di calma e di equilibrio dei quali magari non ti rendi conto se non quando si spezzano.
Perciò trovo molto giusto quel che dice Thomas Hardy: " La felicità non dipende da quello che ci manca, ma dal buon uso che facciamo di quello che abbiamo."
La mia felicità è legata alla vita dei miei figli, alla loro condizione di vita, in questo momento storico così difficile. Sembra che il mondo, o parte di esso, sia dominato dalla ricerca del superfluo, dalla notorietà, dal denaro facile.
Falsi miti sconvolgono la vita dei giovani e i valori morali sembrano aver perso il loro fondamentale valore. Allora penso alle parole di Rousseau: “Inutilmente cercheremo la felicità lontano e vicino, se non la coltiviamo dentro noi stessi.”
Sarà un lavoro lungo e faticoso che però darà senz’altro dei buoni frutti per poter essere, se non felici, almeno sereni, perché le più belle cose della vita non si possono toccare o vedere, ma sicuramente sentire con il cuore.


Maria Luisa - Gruppo Speranza


Noi non siamo soli


Mi sembra che il mondo stia andando alla deriva, ma qualcosa, grazie alla speranza, che non morirà mai, forse cambierà. I sogni, come la pace, l’eguaglianza, l’amicizia, l’Amore (quello con la A maiuscola), potranno realizzarsi, nonostante le grandi difficoltà. Basta non arrendersi e, se si può, non mollare mai quando ci si sente deboli è soli. C’è sempre una vita possibile e bisogna cercare di trovare qualcuno con cui condividere i nostri ideali.


Jo


Uno stato d'animo


Cos'è la felicità? E’ uno stato d’animo!! Non si può però essere totalmente felici, perché c’è sempre una parte di noi che è triste per un motivo... bisogna rallegrarsi per quello che si ha davanti agli occhi, anche se permane la tristezza di una malattia inguaribile... Ascoltare un brano musicale brioso ti aiuta in questo... è importante guardare avanti... l’uomo è divenire!


Giampiero Bifolchi


Felicità è...


...certezza di essere amati ed utili per noi stessi, positivi e capaci di gioia e letizia.
...intraprendenza e creatività
...esperienza di abbraccio perché so di non essere solo
...Soddisfazione di un desiderio particolare
...Letizia per tutto ciò che incontro!


Massimo


Se l'amore finisce in acqua


Mi si chiede di scrivere due paginette di sport: va bene, mi soffermerò sullo sport più completo che esista: il nuoto. Ma non per parlarne tecnicamente bensì per raccontare un triste storia, recente, e davvero importante, successa ai campionati europei in vasca corta (25 metri) in Ungheria.
Iniziamo dal principio. Due fuoriclasse, la francesina Laure Manaudou e l’italiano Luca Marin, entrambi primatisti mondiali nei 200 sl e nei 400 sl, si innamorano.
Una francese e un italiano L’esatto contrario di Sarcozy e Carla Bruni, con l’avvertenza che entrambe le donne sono bellissime.
Un amore che non ha misura di tempo, l’amore di chi ama di cuore è ricchissimo e richiede molti sacrifici. Ed eccola Laura che lascia la Francia, la sua società, i suoi compagni, per venire a Torino, città di Luca, ad allenarsi con il suo Luca rendendo sgomenta la Francia intera, nazionalista e sciovinista.
Le cose procedono bene per circa un anno e mezzo con ottimi risultati nello sport, ma purtroppo noi uomini mettiamo l’infinito nell’amore ma le donne non commettono mai questo errore. Ed ecco che il fresco rapporto (19 anni lei, 20 lui) si incrina, alimentato dai normali pettegolezzi che si possono costruire su una coppia bella e di successo: ingannare ed essere ingannati, nulla è più comune al mondo!
Si lasciano: lei toma in Francia, nella sua società e coi suoi compagni, ad allenarsi; presto ci saranno i Campionati Europei di nuoto a Budapest e lì, per amore o per forza, si dovrà ritrovare con il suo bel Luca.
E così, nella piscina di Budapest, affollata di campioni, allenatori, cronometristi, dirigenti, giornalisti, pubblico, va in scena la madre di tutte le scene: uno scontro verbale intensissimo, ad alta voce, sui bordi della piscina, davanti a tutti, in perfetto francese, tra la deliziosa Laure ed il bel Luca, con frasi qui irripetibili, tra due ex dal dente avvelenato, a scambiarsi accuse, veleni, proprio all’inizio delle gare e davanti a "tutti".
Si cerca di sedare questa lite pubblica tra due giovani campioni, per evitare lo scandalo e la divisione forzata tra due grandi potenze natatorie e relative conseguenze sul piano sportivo e, ahimè, su quello delle relazioni sociali.
A lungo andare le cose si calmano, ma non è ancora finita. Laure si sfila lo splendido anello di fidanzamento regalatole da Luca e glielo scaglia addosso, facendolo finire in acqua.
Che cosa trarre da questa triste storia? Forse “moglie e buoi dei paesi tuoi”. E infatti, ultima “crudeltà” della Laure, eccola di nuovo sicura ed innamorata: ma questa volta è un nuotatore francese, che, guarda caso, se la dovrà vedere in acqua, in una gara avvincente, spasmodica e “bestiale” per ovvi motivi, col suo ex Luca.
Ci sono persone così egocentriche che quando s’innamorano trovano il modo di essere tutte prese dalla loro passione senza esserlo della persona che amano.
La triste storia tra Laure e Luca è finita. Peccato! Insieme erano una gran bella coppia, insieme aiutavano italiani e francesi a cercare di capirsi un po’ di più.


G.T.


Ode ai Diavoli Rossi


Attenzione, attenzione!
inizia la competizione
scendono in campo i Diavoli Rossi:
squadra affiatata e ben organizzata!
Giuliano l’ideatore con grande fervore
ha preparato l'incontro in un lampo
insieme a Filippo tecnico in campo.
Grazie a Mino, il folletto stupefacente
ci sarà una gara sorprendente.
Con Giorgio che è il grande appassionato
si potrebbere vincere anche il Campionato.
Poi c'è Cristina l'aquila dell'area di rigore
che le partite gioca con amore.
Senza Fabio che copre ogni spazio
la partita sarebbe uno strazio!
A Stefano poi che il calcio lo studia a tavolino
facciamo tutti un grande inchino.
Gianni, che è una vera locomotiva
riesce a stupire tutta la comitiva.
Andrea e Luca se vanno all'attacco
per gli avversari è un vero smacco!
Albi che è meglio di Signori
non teme punizioni o rigori.
Giuseppe, l’attaccante
non è certo un dilettante:
oltre a giocare con furore
lui ci mette anche il cuore.
Con i tre Giovanni la partita è già vinta in partenza
non esiste concorrenza!
Gigi e Frank sono i più originali
e non temono rivali
Con Ivana che di Baragazza è la monella,
la partita è sempre più bella.
Felice di nome e di fatto
supera gli avversari con uno scatto
lui che varca ogni scoglio
perché viene da Pian del Voglio.
Rita e Concetta
sono di una gara la gentile ricetta.
Silvano e Roberta sono una coppia perfetta,
lui di Baigno e lei di Monzuno
quando sono in campo non ce n'è per nessuno.
Con Piero detto Pierino la peste
le partite diventano feste
la palla la para con tranquillità
Marco che non è da meno
le para tutte in un baleno.
La tecnica giusta per fare goal ce l'ha Gino
e mentre Marco gira per il campo
Manuel segna senza scampo
quando gioca infatti si vede
tira con il suo esperto piede
manda la palla nell’area avversaria
dove Carmela la recupera temeraria,
e con velocità fa goal con facilità.
E poi c'è Paolo che anche se non è leggero
come una farfalla
ha un buon tocco di palla.
In una squadra, si sa, la difesa è importante
non c'è solo il portiere e l’attaccante:
Alberto, Gregorio e Matteo
che fanno da muro.
Allora c’è bisogno di Vincenzo il portaborracce
e di Roberto il responsabile dei palloni.
Senza il loro sostegno
nessuna palla viene messa a segno.
Giovanni detto Giovannino che fa il magazziniere
non può mancare all’appello,
anche lui con il suo aiuto
dà un prezioso contributo.
Sempre disponibili e volenterosi
i due pensionati valorosi,
stiamo parlando di Ireneo e Giuliano
sempre pronti a darti una mano.
Organizzano i pullman con pazienza
e stabiliscono ogni partenza
come si fa a non avere riconoscenza?
In questa squadra competizione
fa rima con collaborazione
il vero segreto è l’affiatamento
e l’amicizia è il vero allenamento.
L’ode adesso è proprio finita.
Ma lasciatemi trarre una saggia conclusione
dopo tanta discussione:
"Che cos’è la vita se non una grande partita?"


Daniela (nipote di Giorgio)


Dedicato a te


Il cielo si apre e pronuncia il tuo nome
Il cuore nasconde te
Sei tu vicino a me quando ne ho bisogno
Sei tu che mi riempi di gioia
Mamma un nome scritto con cinque lettere
ma che vuol dire tanto
Non scorderò mai i tuoi capelli lunghi
La tua bocca rossa con cui parlavi
Sei sempre vicino a me anche nei miei sogni
Mi manchi mamma
Se davvero esiste un aldilà ti voglio rivedere
Voglio rivedere di nuovo il tuo sorriso


Denisa


Su questa panchina di nebbia


All'ombra di un ricordo,
su questa panchina di nebbia
riacquisto le immagini
di un tempo lontano,
seguo le orme quasi svanite
di una tomba in riva al fiume.
Le nebbie del mattino si dissipavano,
scintillavano le mie risate
nella valle dei giorni felici.
Allora non conoscevo il salice
alla cui ombra si perse la mente.
Allora potevo ascoltare l'usignolo,
commuovermi e non spezzarmi.
Filtrati, dolci sapori di un’infanzia
di vellutati respiri.
Echi lontani come baci mai avuti.
All’ombra di un ricordo,
su questa panchina di nebbia
ho tanto freddo.


Ave


Primavera


Ciliegi in fiore.
D’erba l'odore e di fieno.
Sento dei passi.
Sul sasso un fiore: una viola.
Mese d'aprile, mese di bellezza.
Qui comincia la danza della musica d'amore.


Ave


Io non lo so


L’azzurro del mattino
con gli occhi della sera
ti voglio raccontare
perché sei dolce pane
che illumini il sentiero
della mia vita stanca.


Ave


La felicità


Correre, saltare,
giocare nella gioia
e nella spensieratezza!
Assaporare l' alba in un giorno sereno
Con un sole che si alza dal cielo.
Un cielo azzurro,
tempestato da nuvole fantasiose
ove immaginare figure gioiose...
...come quando da bambina,
stesa sul verde di un prato,
sognavo nel bianco delle nuvole
figure magiche
che mi facevano sognare cose mai immaginate!
Nella tristezza di oggi
le cerco con avidità,
perché la mia vita non abbia nessuna età.


Casa Mantovani


Lotta per la felicità


La sogni tutte le notti
La insegui continuamente e non la raggiungi
La cerchi senza sosta e non la trovi
La immagini e forse puoi scorgerla
sì, guarda bene
dietro quella nuvola lontana
sopra l’infinità del mare
e ti accorgi che è proprio lei

E allora combatti, ti affanni,
sudi, soffri
lentamente ti avvicini
cominci a sentirne il delizioso profumo
a percepirne il rassicurante calore
a intravederne i fantastici colori
a udirne la sublime musica
a riconoscerne il buon sapore

Stai per toccare un lembo del suo vestito
mosso dal vento
credi di essere arrivato dove sai che è difficile
arrivare
la tua mano si chiude
La riapri
e ti rendi conto di averla solo sfiorata
Il tuo palmo è ricoperto di polvere scintillante
polvere che ti è entrata dentro
polvere che ora viaggia nel profondo di te
polvere di Felicità
Ma la polvere scorrerà via impetuosa e violenta
cosi rapidamente che la tua mano resterà di
nuovo nuda

Ma non il tuo cuore
Ma non la tua anima
Potrai solo ricordare
forse gioire
forse soffrire


Cooperativa Il Martin Pescatore


La fortuna


La curiosità è femmina
Ma è l’uomo a rincorrere la fortuna
Il bandolo della matassa ha due capi,
ma la corda è una
Cercare, vagare, esplorare, ri ncorrere senza
paura
Non c’è pericolo di perdersi per quanto si
possa tirare
Se si ha la convinzione che la corda è una


Guido


Ombre sulle vie della seta


Un ricordo mi affiora alla mente
È il sapore del miele a riportarlo alla memoria
Un tempo, un luogo, lontani nel tempo
Musica di fiati, archi e cembali
Profumo di rose fra i petali che galleggiano
al centro del patio
Non solo un ricordo, qualcosa di più
una sensazione
In questo luogo io sono già stato
Lo so
Fra la luce e l’ombra ho intravisto fugace
il tuo sguardo
Allora mentre ti inseguivo per non perderti
ho sentito quell'odore
E poi sfiorandoti il Sapore
Ora ricordo,
per averti sono entrato nel tempio dell’Amore


Guido


Gli occhi di Rosy (un fatto realmente accaduto)


Qualche anno fa viveva una fanciulla di nome Rosy, era una brava fanciulla, si impegnava con diligenza negli studi anche se aveva solo dieci anni e frequentava le scuole elementari. Trascorreva le sue giornate gioiosamente nonostante abitasse in un triste orfanotrofio.
Rosy si dilettava soprattutto nel disegno e nella pittura e in cuor suo sognava di diventare una pittrice, ma aveva un piccolo handicap: soffriva di congiuntivite cronica che spesso la costringeva all'isolamento per evitare di infettare le sue compagne.
Ricorda i lunghi periodi in camerata, tanti letti ma lei sola a piangere. “Vai nella chiesetta e prega Santa Lucia che ti faccia guarire” le diceva la suora infermiera, così Rosy trascorreva le sue giornate andando dalla camerata alla piccola chiesa ma il miracolo non avveniva mai.
Suor Raimonda, la suora infermiera, non trascurava però di curarla, anzi aveva preso a cuore la difficoltà di Rosy che nonostante la sua insistenza non riusciva a risolvere. “Perché tu non guarisci!” ripeteva spesso con ostinazione.
Un lieto giorno suor Raimonda decise di provare a curare Rosy con una strana pomata, credo fosse penicillina non ricordo con precisione. Finalmente per Rosy cominciarono le belle giornate, finalmente potè gettare gli scuri occhiali che era costretta a portare tutti i giorni e ricominciò a frequentare le sue amichette.
Fu una occasione molto felice per Rosy e suor Raimonda perché quella guarigione evitò a Rosy di rimanere non vedente per tutta la vita.


M.Angela


I miei 18 anni: Felicità è a casa...


Felicità: strano come tema per un posto come questo. I miei momenti felici sono soprattutto legati alla mia famiglia dalla quale non riuscirò mai a staccarmi e che mi vuole un gran bene. La nascita della mia sorellina, di mio fratello Francesco: sono tutti momenti che ricordo con gioia. I baci sotto il portone di casa con l’unico ragazzo serio (per me) che abbia mai avuto.
Felicità è evitare un’interrogazione quando non si sa niente o meno di niente. Poi chissà come, si ricordano sempre con felicità i momenti tristi e non quelli felici, forse per uno strano gioco della memoria.
Adesso spero di guarire: è questo il mio pensiero felice, sto andando completamente fuori traccia ma la mia vecchia prof d’italiano ("vecchia” perché dell’anno scorso) se ne farà una ragione. Ecco, di lei ho un bel ricordo. Precisa e puntuale nel suo lavoro, pronta a far migliorare ognuno di noi.
Ma i ricordi più belli sono legati alle confidenze con le amiche. Avendo 18 anni i miei ricordi felici sono solo questi. Spero presto di accumularne a casa con il mio ritorno a casa!


Anonimo


Pensieri Zen sulla felicità


Chi pensa di andare in giro a chiedere se sei felice, si illude..... poiché la felicità non è sempre manifestata nella persona (o si consuma). La felicità è un insieme di bei ragionamenti razionali; e quindi è necessario pensare che ad esso si debba associare un pizzico di buoni sentimenti (cuore) e un pizzico di passione (libido). Le tre parole formano la parola amore che comprende una sincera felicità, una sincera allegria una sincera passione.
Anche l'allegria e la romanticità non sono durevoli. Quindi se non sono durevoli ci si può chiedere come si formano nell'uomo. Allora come sostegno possiamo proporre come sostegno del suo manifestarsi l'albero da frutto e le quattro stagioni.
Quando l'uomo tace ascolta e pensa e si riempe, è come le radici degli alberi in inverno, che si colmano e riempiono di principi attivi. In quanto la chioma è in riposo vegetativo. Quando l’uomo esprime e dà movimento ai suoi pensieri in azioni e parla è come l’albero in primavera nel quale si riattiva la linfa che darà nutrimento a fiori e foglie. Le buone e sincere azioni dell’uomo, razionate e ben pensate, equivalgono a quelle dell’albero d’estate che da buoni frutti. Quando nella tarda estate si saranno formati e si raccoglieranno i frutti dell’albero. Essi immagazzinati rappresentano la felicità.
Nell’uomo il frutto è concretizzare in sé come equivalenza dei suoi pensieri ed azioni il frutto equivalente alla felicità che è immagazzinato. Quando d’autunno cadono e scendono le foglie è il momento in cui i frutti vengono distribuiti, assaggiati e che nutriranno. E se l’uomo che li consuma comprenderà che, per produrli, c’è voluto lavoro, fatica, terra, tempo e attesa delle stagioni. Nel consumarli capirà come si consuma e si forma la felicità, come si consuma e si forma l’allegria, come si consuma e si forma la passione e quindi capirà queste tre parole formano l’amore che si può anche lui formare e consumare. Quando l’uomo si è stancato di fare tutte queste cose muore... L’importante è che nella sua vita lo capisca...


Luigi


Felicità secondo Zorro


La cosa che più mi rende felice è stare seduto a tavola con la mia ragazza insieme alla famiglia. Le chiacchiere, i commenti a fatti di cronaca, le decisioni per il futuro della famiglia, le partite a carte e a scacchi sono tutte cose che mi riempiono il cuore di calore e gioia.
La felicità poi si traduce anche in divertimento quando esco in bicicletta. Mi piace fare tanti chilometri, vedere nuovi posti e gareggiare. Quando sono in bicicletta faccio i pensieri più diversi: penso a gareggiare ad alto livello in gare amatoriali. Qualche volta rimugino sui miei problemi e sui miei pensieri. Nei momenti di maggior benessere fisico metto il corpo a pedalare al massimo, e allora non sento più problemi, ascolto solo il cuore battere, i polmoni espandersi e cerco solo di non essere raggiunto da altri ciclisti. Anzi, piuttosto cerco di superarne altri.
La musica è un elemento fondamentale nella mia vita: quando canto sento dentro di me generarsi una forte allegria che nessun antidepressivo mi abbia mai effettuato. L’ascolto della musica e il suonare il pianoforte hanno per me un effetto superiore ad ansiolitici e neurolettici.
Quando invece gioco in porta a calcio mi diverto; ma, la cosa che più mi da felicità è la meraviglia degli altri quando faccio delle parate spettacolari.
Il mio nome, Zorro, l'ho scelto perché credo nella uguaglianza libertà, fratellanza e giustizia tra gli uomini come fonte principale della gioia del singolo e della società.


Zorro


I 14 anni di Dylan


- Puoi presentarti?


"Mi chiamo Dylan, ho 14 armi e vivo a Quinzano."



- Cosa ti piace fare?


"La mia attività preferita è giocare a calcio e alla Play Station"



- In che ruolo giochi?


"Portiere o centrocampista avanzato, trovo più divertente giocare a centro campo perché faccio più movimento e ho la possibilità di fare gol, ma in porta sono più sicuro".



- E dei compagni di squadra, cosa pensi?


"Ognuno ha un ruolo importante, ed è importante fare gioco di squadra per vincere e divertirsi "



- Nella Play Station cosa ti piace?


"E' divertente perchè mette alla prova le mie abilità reattive e le mie capacità strategiche".



- Che scuola fai?


"Agraria”



- Di questa scuola cosa ti piace?


"Educazione fisica perchè non si studia e si sta con gli amici a parlare di giochi elettronici, telefonini, sport e facciamo commenti sulle ragazze"'.



- Invece cosa non ti piace della scuola?


"I professori perchè non sono coerenti tra quello che dicono e quello che fanno, i bidelli perchè interferiscono nelle attività di ricreazione, le aule perchè sono poco riscaldate, le materie perchè non sono di mio interesse".



- Come vedi il tuo futuro e quali sono i tuoi obiettivi?


"Se il mondo continua andare avanti così non lo vedo tanto bene, il mio obiettivo è quello di fare il meccanico d 'auto in quanto mi sento gratificato nell ' aggiustare questi mezzi indispensabili per la vita moderna".




***


I 70 anni di lupo solitario


- Caro lupo solitario, a settant'anni, cos’è la felicità?


"Posso dire che è finita otto anni fa con la morte di mio padre.”



- Il giorno più felice?


"Tutti i giorni che trascorrevo con mio padre.”



- Quali valori ti ha trasmesso?


“La sincerità e l'onestà. Valori poco diffusi nella nostra società che vede emergere le persone più furbe e scaltre."



- E sotto il profilo professionale cosa ti ha insegnato?


"Facevamo due lavori diversi: io il giardiniere, lui il contadino. In gioventù mi ha insegnato le basi dell'agricoltura che, anche se per molti umiliante come professione, mi ha trasmesso una grande passione per la natura. Da qui la mia scelta professionale e dopo è stato mio padre stesso a chiedermi consigli"



Grazie amico Lupo solitario, nel silenzio della solitudine e del rispetto della natura conduci la tua vita come un esempio positivo per rendere la società più pulita e l'esistenza più bella.


***


La colonna sonora della nostra vita


"Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi
alla conoscenza di essa [felicità], o che ormai è troppo tardi
è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice,
o che ormai è passata l'età... Cerchiamo di conoscere allora
le cose che fanno la felicità, perché quando essa c'è tutto abbiamo,
altrimenti tutto facciamo per possederla...”

(dalla Lettera sulla Felicità di Epicuro a Meneceo)



Il laboratorio di Musica del 2008 di Casa Mantovani ha iniziato le attività trattando un tema così importante e complesso: la felicità. Sono stati ascoltati dei brani di musica classica di artisti “immortali” quali Vivaldi e Verdi ed anche brani di musica leggera come quello di Eros Ramazzotti e Ricky Martin “Noi non siamo soli”.
Il nostro obiettivo è quello di cercare la felicità in brani non familiari come quelli del '700 e tardo '800 e scoprire cosa suscitano in noi delle note suonate a ritmo “Allegro molto”, confrontandole poi con un brano più vicino ai nostri giorni di musica leggera suonato e cantato a ritmo “Allegro danzante”.
Abbiamo scoperto, anche grazie all’aiuto di Epicuro, che la felicità è sempre esistita, in ogni epoca della storia, e che esisterà sempre perché è ciò che l’uomo desidera di più e che non si stancherà mai di raggiungere e inseguire.
Dopo l’ascolto di questi brani così diversi tra loro, è stato riassunto in un momento di scrittura collettiva, ciò che la Musica è riuscita a suscitare in noi:



Cambiare la realtà per migliorarci e trovare la felicità,
L’allegria ci avviluppa, la pace ci circonda... siamo contenti.
La musica è felicità all'infinito, pervade la stanza:
è libertà ed amicizia, spensieratezza ed amore.
Non siamo soli: la musica ci aiuta
ravviva anche una giornata triste!
Ricordi d'infanzia volano sulle note;
leggere coccolano i nostri sogni
e ci riempiono di speranza
per la gioia che verrà.
Felicità è ciò che insegue l'uomo
con la sua unicità ed identità,
è la colonna sonora della nostra vita:
Allegria e Felicità sono
il nostro desiderio di vita migliore..


Laboratorio Musicanto, Cooperativa Sociale Nazareno


Collage di parole del Gruppo Arte Insieme


Queste composizioni nascono dalla tecnica del collage di parole. La tecnica consiste nel “pescare” alcune parole ritagliate dai giornali che vengono poi composte insieme a parole scritte a mano fino a comporre un testo.





La tazza di thè


Scrivere qualcosa è difficile, figurarsi sulla felicità! Prendo a prestito le fortunatissime parole di Muriel Barbery, dal libro “L’Eleganza del Riccio”:



"Dobbiamo affrontare il destino in cui siamo imprigionati e all’epilogo essere quello che siamo sempre stati nel profondo, qualunque fosse l’illusione in cui ci siamo voluti cullare. Sfiorare biancheria fine non ci autorizza a persistere nelle nostre illusioni, così come non restituisce salute al malato.
Servo il thè e lo degustiamo in silenzio: Non lo avevamo mai preso insieme di mattina, e questa infrazione al protocollo del nostro rituale ha uno strano sapore. mormora Manuela. Sì è piacevole in quanto gioiamo di un duplice dono: veder consacrata, attraverso questa infrazione all’ordine delle cose, l’immutabilità di un rituale cui avevamo dato vita insieme affinché, un pomeriggio dopo l’altro, esso si radicasse nella realtà tanto da darle un senso e consistenza, un rituale che dalla trasgressione di stamani trae immediatamente tutta la sua forza; ma ci gustiamo anche, come un nettare prezioso, il meraviglioso dono di questa mattina incongrua in cui i gesti meccanici prendono nuovo slancio, in cui annusare, bere, posare, servirsi, ancora sorseggiare rinascono a nuova vita.
Questi attimi in cui si rivela la trama della nostra esistenza attraverso la forza di un rituale che rinnoveremo con piacere accresciuto dall’infrazione sono parentesi magiche che gonfiano il cuore di commozione, perché all’improvviso il tempo è stato fecondato, in modo fugace ma intenso, da un po’ di eternità. Fuori il mondo ruggisce o si addormenta, scoppiano le guerre, gli uomini vivono o muoiono... e in tutto questo rumore e in questo furore, in queste esplosioni e risacche, mentre il mondo avanza si infiamma, si strazia e rinasce, si agita la vita umana. Allora beviamo una tazza di thè”.



A me leggere queste pagine ha dato un guizzo di felicità, lo stesso guizzo provato aprendo qualche giorno fa le e-mali e trovare fra i tanti messaggi uno di Antonio di Agriverde, un po’ educatore, un po’ fruttivendolo, un po’ poeta, che così iniziava:



"L’INVERNO FA IL SUO CORSO, SPERIAMO DI PESTARE UN PO’ DI NEVE PRIMA DELLA PRIMAVERA; INTANTO CI GUSTIAMO IL VARIEGATO DEI CIELI CHE IERI ABBIAMO VISTO ROSA INTENSO ALL’ALBA, GRIGIO PIOVOSO AL MATTINO E NERO TEMPORALESCO IL DOPOPRANZO; Le POZZANGHERE SONO OCRA, FANGOSA È LA TERRA SCURO BAGNATO: MA I PRATI SONO VERDE LUMINOSO”.



Leggere delle parole intense mentre il lavoro stanca, oppure bere semplicemente una tazza di thè, sono per me momenti di felicità rara, microscopica nell’universo di insensatezza che ci circonda.


Cristina Paolucci